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Un proposta bizzarra e affascinante per rileggere con occhio diverso alcuni sacri testi della poesia classica greca e latina.

Questo libretto, che l’Autore confessa essere frutto di anni di idee e ripensamenti, argomenta, con esempi seri e faceti, sulla musicalità della poesia antica.

Le prime pagine del volumetto raccontano al lettore del cosiddetto Epitaffio di Sicilo, il primo spartito dell’umanità. Nei tre capitoli che seguono, si parla della poesia di tre grandi latini: Orazio, Catullo e Virgilio. La traduzione sperimentale di una selezione di loro versi, la riproposizione di versioni diverse che seguono lo stile dei classici della letteratura italiana, il commento anticonvenzionale e scherzoso, al quale Enrico Chiaves ci ha abituati nei suoi precedenti libri di versi, compongono un’opera breve e che certo non vuol essere esaustiva di nulla, ma che incanta con la sua originale riproposizione e con il suo coltissimo understatement.

Un libro da suggerire a tutti quelli che hanno amato la letteratura classica e che la trovano ancora viva dentro di loro, cui piace di volta in volta canticchiare o declamare in metrica ciò che la memoria ha conservato.

Finché tu sei vivo, brilla

Non per nulla t’angustiare

Per poco è il vivere

La fine il tempo pretende