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L’indimenticabile odissea di un Ulisse centroamericano che, scontati trent’anni di prigione per crimini politici in una remota isola dei Caraibi, si mette alla ricerca della moglie e della sua vita, per mare e per terra, per fiume e per foresta.

Un romanzo epico, Ulisse nel Caribe, permeato da un’atmosfera di realismo magico che, in un flusso continuo di vicende, incontri, dialoghi, paesaggi e creature d’ogni genere, restituisce la meraviglia che il suo Autore deve aver provato nello scoprire la natura e la cultura del Centro America.

In un paese immaginario che fatica a riprendersi da una guerra civile, le avventure di Ulises si intrecciano alla storia della dolce Lucila, alla costruzione di un ponte fra due isole e alle vicende di un enorme squalo balena che nuota nelle acque caraibiche fra leggenda e realtà, in un romanzo corale orchestrato con talento. E ancora non basta; il corso principale del racconto affascina con miriadi di deviazioni per seguire le storie dei personaggi che lo animano, dal colonnello in disgrazia al giocatore di scacchi albino, dall’ingegnere incaricato della costruzione al giovane americano impantanato nei Caraibi, dal narcotrafficante al funzionario corrotto.

È però l’onnipresente natura dei Caraibi, permeata dallo spirito antico ma in continua creazione, che incarna il fato e spinge gli uomini verso il loro destino.

…Entrare nel mar dei Caraibi dall’oceano è come passare dal deserto alla foresta. Prima, grandi estensioni di acqua, la luce del sole che filtra fino in profondità e creature di passaggio di tanto in tanto. Improvvisamente, l’acqua diventa più verde e più spessa e il cammino si restringe fra grandi alghe marine, anemoni e fiori carnosi di ogni colore e dimensione. Per lo squalo balena era impossibile avanzare senza spezzare rami e sfiorare o andare a sbattere ogni momento contro altri pesci, crostacei e molluschi che procedono in senso contrario o che, senza guardare né avvisare, gli attraversano il cammino in un caleidoscopio di squame iridescenti. Al vecchio squalo questi urti non facevano nemmeno il solletico, probabilmente non si rendeva neppure conto di chi sta investendo: questi sono i privilegi di essere il pesce più grande e più vecchio della terra”…

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