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Grazie alla sapiente e musicale tessitura della pièce, Berenice D’Este dà vita a una sorta di canto corale in cui i personaggi – incarnando pregiudizi, tic nervosi, atteggiamenti psicologici che testimoniano inquietudini, ossessioni e attese dell’oggi – liberano la loro fragile umanità nell’inconsapevole attesa di un qualcosa che forse assomiglia a un riscatto, a una guarigione, a una speranza. Pur sprofondando in una quieta catabasi agli Inferi, rappresentati da un prevedibilmente anonimo condominio, essi si spogliano in felice leggerezza degli orpelli della economicità e del luogo comune, alla conquista della verità di uno sguardo limpidamente nuovo sulle cose, con esiti lirici che, lungi dal nuocere alla matura sobrietà della scrittura teatrale, si diramano in un pulviscolo sonoro di galleggianti luci.
SIGNORA (con borsa spesa): Oh no, Succede sempre quando ho le borse pesanti! (Asciugandosi il sudore con un fazzoletto) Speriamo che il tecnico arrivi presto!
SIGNORE (entrando nell’atrio): Noooo, non funziona!? È la seconda volta in questo mese!
SIGNORA: Non lo dica a me che abito al quarto piano!
SIGNORE: Beh, quarto o quinto non cambia molto… ma dov’è la custode, ha telefonato alla ditta, altrimenti qui facciamo notte!
SIGNORA: Non lo so, non ho visto nessuno, sono arrivata con queste borse e poi è entrato lei.
SIGNORE: Vado a Citofonare, magari c’è mio figlio in casa e gli dico di avvertirla (esce e poi rientrando) No, non c’è nessuno, ci tocca fare le scale.
SIGNORA: Non ce la faccio con queste (indicando le borse), vada lei.
PORTINAIA (arrivando): Buongiorno signori, come mai fermi? (Il Signore e la Signora indicano l’ascensore) Di nuovo l’ascensore! Ma è una persecuzione!
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Formato 12 X 20
Confezione brossura
Pagine 112
Prezzo di copertina 14,00
Collana La Mandetta
ISBN 9788866083542