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Sono bambini di periferia, alcolizzati, donne sul crinale della maturità, studenti in stretta conversazione col proprio computer, giovani in carriera, accomunati da un girovagare crudele in cerca degli altri e di se stessi. Gli uomini di Nicola Pizzi insomma, stanno nel loro isolamento come giocattoli sugli scaffali di un bambino cresciuto. Buoni per qualche ricordo malinconico e per il cesto della spazzatura.